Die Einsiedelei von Santa Caterina befindet sich an der Strasse von Rio nell’Elba nach Nisporto.
Um an die Wallfahrtskirche zu kommen muss man das Auto an einem kleinen Parkplatz stehen lassen und einen kurzen (ausgeschilderten) Kiesweg zurücklegen,an dem man Zypressen und duftende und bunte MIttelmeerbuschvegetation findet.
Die Mauern, die heute die Kirche formen, gehen auf das Jahr 1624 zurück, es ist aber eindeutig, dass die Steine, aus der Kirche, Einsiedelei und hortus conclusus des Einsiedlers bestehenfür mindestens 1500 Jahre umgearbeitet wurden und aus einer Zeit vor der Ankunft des Einsiedlers stammen. L'attuale costruzione fu infatti eretta sopra un piccolo tempio più antico e piccolo, la cui abside era orientata verso il monte.
La facciata presenta un timpano interrotto all’apice e due finestrelle mentre l’interno è costituito da una navata che culmina in un altare fiancheggiato da colonne in pietra scura provenienti da cave locali. La chiesa è sormontata da un basso campanile a forma di piramide.
Secondo la tradizione l’eremo è stato ampliato e imbellito in seguito ad una apparizione di Santa Caterina che bellissima e bianco-vestita, sarebbe apparsa in un pomeriggio di primavera a un pastorello chiedendo di festeggiare questa visione ogni Lunedì di Pasqua.
Ogni anno infatti, il lunedì di Pasquetta, i riesi si recano all’Eremo per celebrare la festa della sportella, dolce tradizionale le cui origini sembrano risalire ad un rito pagano legato alla primavera e alla fertilità.
In seguito alle manifestazioni miracolose e gli interventi di rifacimento della struttura, l'eremo divenne luogo di pellegrinaggio per tutta l'Elba.
Qui i marinai erano soliti portare i loro ex-voto per ringraziare la Santa dei pericoli scampati in mare. C'era inoltre l'usanza degli uomini di mare riesi di rendere omaggio alla chiesa quando si allontanavano dalla costa, salutandola col cappello in mano e la bandiera al picco.
Curiosità: Molte leggende sono collegate alla bella immagine dello Sposalizio Mistico di S. Caterina, commissionato e donato dalla famiglia Appiani e che una volta ornava l’altare della chiesa. Si narra che il committente riteneva che il pittore avesse dipinto la Santa con un collo troppo lungo, ma costui si rifiutava di ritoccare la pittura. Solamente le fervide preghiere di un’intera notte riuscirono a riportare il collo a proporzioni normali.
L'ultimo custode visse al santuario fino al 1858, da allora la chiesa fu completamente abbandonata e cadde in rovina, subendo anche tre furti clamorosi: il grande quadro di Santa Caterina, lo stemma e un stranissima maschera di marmo usata per le offerte.
Dalla geniale intuizione del fotografo e scrittore tedesco Hans Georg Berger, che riscoprì questo luogo più di trent‘anni fa in uno stato di totale abbandono, oggi l'Eremo di Santa Caterina è tornato ad essere crocevia di saperi e pensieri: un centro attivo per la creazione artistica e scientifica, spesso sede di mostre d'arte e fotografia.
Dagli anni '90 l'Eremo di Santa Caterina è sede dell'Orto dei Semplici e di un campo catalogo, nati per promuovere ricerche e iniziative sulla flora naturale e coltivata dell'Isola d'Elba e delle isole toscane al fine di tutelarne la diversità ed evidenziarne gli usi botanici.
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